BILANCIO POSITIVO PER L’EDIZIONE 2017

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La Fiera dello Jonio ha portato ad Acireale undici giorni di animazione nel centro storico acese. Tanti gli stand e le novità di quest’anno. Ma approfondiamo meglio l’argomento con chi si è occupato della realizzazione e dell’organizzazione dell’evento: l’assessore alla Cultura e al Turismo, Antonio Coniglio.

– Qual è il suo bilancio a conclusione dell’evento fieristico?
Il bilancio è positivo per tre motivi: uno, perché è stata la chiusura di una stagione in bellezza dell’animazione del centro; due, perché siamo riusciti a mettere al centro l’artigianato e l’agroalimentare e abbiamo depurato la fiera da tutto ciò che era commerciale e di conseguenza deteriore; tre, perché quest’anno abbiamo raggiunto il dimezzamento dei costi al 50%, cioè meno di 20 mila euro.

– Quali sono state le novità di quest’anno?
L’allungamento a undici giorni dell’evento può considerarsi una novità, in secondo luogo altra novità sono stati gli show cooking: un percorso di circuiti importanti del gusto. Abbiamo avuto chef interessanti, alcuni sono stati chiamati da alcuni espositori che hanno voluto arricchire così i propri stand, e poi al palazzo del turismo abbiamo allestito un’esperienza molto positiva perché ha messo al centro i prodotti siciliani più importanti. E questo secondo me è una cosa da sviluppare, perché l’enogastronomia è il crinale su cui questo tipo di eventi devono muoversi.

– Ha notato l’incremento del numero di turisti giunti per l’occasione?
Quest’anno, devo dire, che per via dello sforzo che abbiamo fatto nell’organizzare l’evento, è andata bene. I dati turistici sono stati molto positivi. Già nel 2016 avevamo avuto un +30%, certo restano problematiche infrastrutturali irrisolte come la ricettività alberghiera che è molto bassa ed è affiancata dai problemi di mobilità. Qui dobbiamo migliorare.

– Anche i negozianti presenti lungo il centro storico hanno avuto dei risultati positivi?
Certamente! L’evento viene fatto innanzitutto per alimentare il circuito commerciale. Ci sono parti del circuito su cui non si è puntato a sufficienza perché fuori dall’operazione Ztl, e su queste va fatto un ragionamento: la seconda parte del corso Umberto ha bisogno di una rivitalizzazione.

– Spesso gli acesi si lamentano del posizionamento degli stand nel centro storico, dicendo di preferire le sedi precedenti, quali Palavolcan e Villa Belvedere. Crede che questo abbia comportato una modifica sull’apprezzamento generale della fiera?
Quando si fanno delle scelte che puntano a portare gente in centro, nel cuore della città, bisogna sempre pagare un prezzo. Fare eventi in centro comporta sicuramente un disagio logistico. Ma penso che in una bilancia sia molto meglio pagare questo prezzo a fronte di migliaia di persone che si sono riversate nel centro storico. Il disagio è temporaneo, e non è tale da determinare un trasferimento della fiera in altre realtà isolate rispetto alla città. Non ho rimpianti della fiera all’area Com. Però penso che la Villa Belvedere possa essere in futuro una location interessante per ospitare la fiera. Abbiamo una cosa che non ha nessuno che è questa Piazza Duomo. Vengo accusato di essere “piazzaduomocentrico”. In una cartolina di questa città noi abbiamo sempre il Cinque Oro e, se omettiamo il Cinque Oro, Acireale perde un po’ la sua identità. È una delle piazze più belle d’Italia e merita di essere valorizzata.

– Gli stand, e di conseguenza i prodotti, presentano una certa monotonia se messi a confronto con le edizioni precedenti. Non si è pensato al rischio di “annoiare” i visitatori? Non crede sia opportuna una modifica delle proposte espositive?
Questo succede perché, nonostante si tratti di artigiani e produttori di qualità, è una costante di tutte le esperienze fieristiche della zona. Un’operazione sarebbe quella di convincere qualche realtà siciliana che solitamente non partecipa alle fiere, e per fare questo ci vogliono anni, impegno e la capacità di convincere che un evento di questo tipo sia una realtà d’eccellenza; noi siamo ancora in una fase di costruzione. Intanto si stanno mettendo dei tasselli.